Ne discutono
Emma Bonino, vicepresidente Senato, ex Commissario Europeo, autrice de "I doveri della libertà" (Laterza)
Marta Dassù, sottosegretario Ministro Affari Esteri
Giorgio La Malfa, deputato, autore de "L'Europa in pericolo. La fine dell'euro" (Passigli)
Gianni De Michelis, presidente Ipalmo
conduce: Enrico Cisnetto
Da un lato il disastro, finanziario ma ora anche politico, della Grecia. Dall’altro, il braccio di ferro che si profila in Europa tra la linea del rigore, finora imposta da Berlino a tutti, e quella della crescita, magari con uso di deficit spending, incarnata dal nuovo presidente francese Hollande. Ne uscirà viva la moneta unica? Proprio mentre la tipografia britannica De La Rue – che stampa le monete di 150 nazioni – ha elaborato un piano di emergenza nel caso Atene dovesse uscire dall’euro e tornare alla dracma, cresce in tutti i paesi più a rischio il partito “no euro”, che predica l’opportunità di tornare alle monete nazionali. Ma siamo sicuri che sarebbe davvero conveniente? O le svalutazioni che inevitabilmente ci sarebbero, finirebbero per pesare sui portafogli dei cittadini? E l’uscita dalla moneta europea della Grecia e magari di qualche altro paese rafforzerebbe l’euro o ne segnerebbe la fine? E senza moneta, l’Unione Europea – che non è mai riuscita a diventare unione politico-istituzionale – potrebbe resistere a un simile fallimento? Mentre attendiamo le elezioni “suppletive” in Grecia, sperando che non accentuino il rigurgito anti-europeista che già si profila minaccioso in tutti i paesi, la speranza è che tra il rigorismo cieco della Merkel e la generica richiesta di spesa pubblica per tornare a crescere, si capisca che l’unica ricetta è la creazione di un governo federale cui gli stati nazionali devolvano progressivamente quote delle loro sovranità. Ma saremo capaci di creare l’Europa immaginata dai padri fondatori?