​Pragmatico e determinato. Flavio Tosi è appena stato rieletto per il secondo mandato consecutivo a sindaco di Verona. Mentre tutti i partiti sono crollati e il suo in particolare, la Lega Nord, ha perduto tutte le storiche roccaforti, nella città scaligera la rielezione al primo turno di un candidato osteggiato dai vertici del proprio partito rappresenta il segnale di un cambiamento epocale, di una svolta. Non solo all’interno della Lega Nord, ma anche a quella della geografia politica del Settentrione e del quadro politico dell’Italia intera. Flavio Tosi, leghista eretico, si racconta in un libro-intervista a Stefano Lorenzetto, edito da Marsilio; ma sarà lo stesso primo cittadino di Verona, in occasione del nuovo appuntamento di “Roma InConTra”, a ripercorrere personalmente il percorso che lo ha condotto, da un giovinezza irrequieta, ad entrare in Consiglio comunale, con tanto di tigre al guinzaglio. Ora è lui a ruggire forte, come nuova personalità di uno scenario politico dove i partiti tradizionali sono in caduta libera e il clima di antipolitica cresce ogni giorno di più.  Può rappresentare Flavio Tosi la figura di quel “politico nuovo” in grado di sostituire una classe dirigente nazionale ormai allo sbando, senza che il populismo del guitto Beppe Grillo debba trionfare alle prossime elezioni?