Evento del:
12/11/2012 18:30
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Auditorium dell'Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo:
12/11/2012
Gli spettatori della sesta puntata di "Roma InConTra-Ara Pacis", lunedì 12 novembre si sono presentati con largo anticipo all'Auditorium sito in via di Ripetta 190, a Roma, rispetto alle 18.30, orario programmato per l'inizio del dibattito, che aveva come titolo "Italia, che cinema!", proprio nel giorno di inaugurazione della settimana in cui si celebra la Festa del Cinema di Roma.
L'arrivo del pubblico con un’ora abbondante di anticipo è stato dovuto al fatto che, in via del tutto eccezionale, sarebbero state aperte le porte della mostra “Enrico Lucherini. Purché se ne parli. Dietro le quinte di 50 anni di cinema italiano”, ospitata proprio dal Museo dell’Ara Pacis. Infatti, ai partecipanti del nuovo format, più talk e meno show, di Enrico Cisnetto, è stato possibile visitare gratuitamente la mostra alla presenza del curatore, Enrico Lucherini. Lui, che oltre ad aver inventato la figura del “press agent”, facendo dell’arte della bugia il proprio cavallo di battaglia, ha contribuito ad innovare e promuovere l’immagine del cinema italiano e dei suoi interpreti più importanti; e infatti tale mostra è stata promossa per i suoi 80 anni, dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale. Tale mostra e il Festival del Cinema di Roma, in pieno svolgimento, sono stati l’occasione giusta per capire il rapporto tra gli italiani e il cinema, per verificare lo stato di salute della nostra industria cinematografica, ma soprattutto per vedere come i film descrivono il Belpaese in crisi. Sul palco dell’Auditorium sono saliti in tanti. Il primo a parlare è stato proprio Lucherini, che ha raccontato il suo lungo percorso professionale, la costruzione di un volume con i backstages dei 120 film più significativi da lui promossi: foto di scena, locandine uniche ed originali, ritagli di giornale, vignette e disegni. Gli oggetti più intimi di Lucherini – tra cui lettere e foto inedite – sono invece raccolti proprio nel centro dell’Ara Pacis, cuore metaforico dell’esposizione. Il “press agent” ha poi raccontato il suo folle amore (professionale) per Sofia Loren, attrice che “ha toccato vette irraggiungibili, l’apice del cinema italiano”. A fianco allo storico “press agent”, era seduto Enrico Vanzina, sceneggiatore e regista di innumerevoli film di successo, che, ripercorrendo la storia del cinema italiano, ha narrato un aneddoto su Totò e Alberto Sordi: “Fecero un solo film insieme. Totò doveva recitare e Sordi non doveva fare nulla, doveva stare assolutamente fermo, da figurante; quando Totò, in un attimo di pausa, se ne accorse, cominciò a sputare sul collo di Sordi, in senso scenico, figurato, ovviamente. Perché gli stai sputando?, chiesero a Totò. “Perché quello è bravo, ci ruba la scena” chiosò Totò. Ma dopo i ricordi, si è passati all’analisi dell’attuale situazione dell’industria cinematografica italiana, e proprio Vanzina ha sottolineato come la crisi di oggi, sia dovuta al fatto che spesso gli autori fanno i film solo per loro stessi, o per i festival, e con questo in parte si è perso il rapporto con il pubblico. “Il cinema popolare del passato – per Enrico Vanzina - oggi non c’è più”. Le eccezioni, però, ci sono, e Vanzina non nasconde di apprezzare molto il regista Matteo Garrone: “E’ eccezionale. Ha un modo di vedere le cose, di fare le inquadrature che è unico in Italia. Quando ho visto il primo film sono rimasto assai sorpreso”. L’amministratore delegato di Medusa Film, Giampaolo Letta, ha poi riportato la discussione su un piano più prettamente quantitativo: “Negli anni ‘50 e ‘60 si staccavano 800milioni di biglietti. Oggi se superano i 100milioni è un successo. Ma negli ultimi anni gli autori hanno capito che fare film per il pubblico non è un reato, e stanno recuperando il rapporto con la gente e le sale cinematografiche piene”. L’idea di De Laurentiis sottolineata dagli oratori, e dal giovane regista di successo, Fausto Brizzi, per l’economicità della produzione cinematografica, è quella che, in una sola sera, il film sarebbe andato in tv, al cinema, in streaming. “Se la sera in cui ha vinto l’Oscar, ‘Reality’ fosse stato proposto a 5 euro in televisione, sarebbero stati in milioni a comprare il prodotto”, ha sottolineato Brizzi. Ma al centro del palco era seduta la storica e inossidabile Lina Wertmüller, regista, autrice de “Tutto a posto e niente in ordine. Vita di una regista di buonumore” (Mondadori), che ha raccontato scoop ed episodi piccanti e particolari del mondo del cinema: dalla storia di Veronica Lario, prima del momento del matrimonio con Silvio Berlusconi, fino al suo litigio con Nanni Moretti e a tante altre particolarità. Piera Detassis, direttore Ciak, ha fatto il punto sulle difficoltà di promuovere, anche attraverso la stampa, un prodotto cinematografico italiano rispetto ad uno straniero, mentre Andrea Giusti, responsabile Mps Capital Services, ha sottolineato le differenze di strategie di investimento fra l’Italia e il resto del mondo. L’ultimo ospite del padrone di casa Enrico Cisnetto, è stata la giovane e affascinante Lavinia Biagiotti, vicepresidente Biagiotti Group, che ha provato a tirare le somme nella conclusiva rubrica del “Dettoquesto”, proponendo un sottile ma interessante parallelismo fra cinema e moda, raccontando, fra l’altro, che il vestito che la inarrivabile Claudia Cardinale indossava nel film “Il Gattopardo” è ora in uno dei suoi tanti armadi; comprato per un avvenimento particolare e dopo un imprevisto evento, il ricavato è stato successivamente devoluto in beneficenza. Sui vostri schermi (televisivi) nella seconda serata del lunedì, Ara Pacis, con la sesta puntata, “Italia, che Cinema!”, è stato un mix di sogni, memoria, ricordi e futuro: tutto da vivere e da guardare, non importa se sul grande o sul piccolo schermo.