Abbiamo Incontrato - LA GRANDE INCERTEZZA
LA GRANDE INCERTEZZA
Evento del: 18/02/2013 18:30 - Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo: 18/02/2013
​L'attesa febbrile per le elezioni, l'ansia per una crisi economica che sembra non aver fine, l'insicurezza suscitata dalle clamorose dimissioni del Papa, lo sbigottimento nel vedere il capitalismo sconvolto dalle inchieste giudiziarie, come nel 1992. Nell'ultima puntata di Roma Incontra Ara Pacis abbiamo cercato di analizzare il momento di grande incertezza che stiamo vivendo. Lo abbiamo fatto con il professor Vittorino Andreoli, psichiatra e autore del libro "I segreti della mente" edito da Rizzoli, intervistato in apertura dal padrone di casa Enrico Cisnetto. Secondo Andreoli il sentimento di incertezza genera paura, che a sua volta genera due possibili risposte: la fuga, fino ad arrivare alla depressione, e la violenza, anche sotto forma di aggressività. Tutto ciò causa una profonda sfiducia delle persone nei confronti di tutto ciò che li circonda. Contro la mancanza di tale fiducia, l’economia da sola non può fare nulla. “Bisogna capire le menti per rilanciare l’economia e sinceramente – ha concluso Andreoli – non lascerei mai l’Italia in mano agli economisti”. Il sentimento di incertezza è accresciuto dall’avvicinarsi del voto, il cui esito non sembra per nulla scontato. È di questo avviso Luigi Angeletti, segretario generale della UIL, secondo il quale non si intravede un proposta credibile per il futuro del Paese. L’offerta politica non è in grado di risolvere i nostri problemi e si consolida la tesi secondo cui la politica non è la risposta, bensì il problema. Sul tema si è espresso anche Davide Giacalone, editorialista di “Libero” e de “Il Tempo”, secondo cui bisogna recuperare la strada per il realismo. La natura culturale italiana è a-statale, ma non è a-sociale, ha dei picchi di grandezza e fantasia e picchi di nefandezza che in questo periodo sono molto più espliciti. L’ex Ministro del Lavoro e candidato Pdl, Maurizio Sacconi, ha sottolineato come il 24 si capirà prevaranno i sentimenti di paura, ansia o la rabbia. Le forze politiche si devono comunque interrogare sulle risposte concrete a questa crisi. La Chiesa invece su questi temi ha dimostrato di essere ancora una volta all’avanguardia. A tal proposito Sacconi ha citato l’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI, definendosi profondamente addolorato per le dimissioni di Ratzinger, il cui magistero è stato caratterizzato da una lucida lettura del nostro tempo. Sul terreno politico è intervenuto anche Luciano Violante, Presidente emerito della Camera dei Deputati, secondo il quale gli italiani hanno nelle mani la possibilità di eleggere un governo stabile o meno. “Bisogna cogliere bene il senso del voto – ha continuato Violante - se si sceglie l’ingovernabilità non ci si può lamentare dopo. Pur essendo perfettamente consapevole dei limiti dell’offerta politica, Violante ha compiuto un ragionamento per nulla assolutorio nei confronti della società: tutto quello che non funziona in politica corrisponde a qualcosa che non funziona nella società.
Una parte consistente di italiani ha perso la fiducia sul fatto che la politica possa essere uno strumento per risolvere i loro problemi, ha ribadito Luigi Angeletti, e questo potrebbe quantificarsi all’interno delle urne con il voto a Grillo. Secondo Sacconi il consenso elevato del M5s e, in misura inferiore di Giannino, causerà una vittoria della sinistra perché quei voti proverrebbero da elettori delusi del centro destra.
Ma l’italiano hanno ancora una precisa identità? Il dubbio è stato posto dal prof. Andreoli, secondo cui all’incertezza corrisponde un’insufficiente fiducia su ciò che uno è. “Questo si manifesta anche nel momento del voto, perché – ha proseguito Andreoli – in mancanza un’ideologia da seguire la scelta diventa qualcosa di fluttuante e legata ai bisogni contingenti”.
Con Luigi Angeletti si è passati ai temi economici come quello del lavoro che, secondo il Segretario UIL, dovrebbe essere al centro del dibattito politico. Un fattore cruciale per l’economia italiana ed europea è, per Davide Giacalone, la decrescita della natalità. In assenza di servizi adeguati a sostegno delle famiglie i figli sono diventati un costo e non più una ricchezza. L’ex ministro Sacconi ha sottolineato le differenza tra la visione di società della coalizione di centro destra e quella di sinistra: “la mia idea è quella di uno Stato minore ma più autorevole – prosegue Sacconi – credo nel privato della società e credo che lo stato non debba sostituirsi ad essa ma debba agevolarla”.
L’ultima parte della trasmissione è dedicata ad un confronto fra l’attuale condizione del Paese e quella del 1992. Per Davide Giacalone il confronto con quel periodo non regge, anche se ci sono dei punti di contatto con il mal funzionamento della giustizia. Su questo punto l’editorialista di Libero ha rincarato la dose sostenendo che la giustizia in Italia è morta, ed è diventata uno spettacolo delle procure composte per metà da persone capaci e per metà da mitomani disposti a tutto per avere le copertine sui giornali. Anche il prof. Andreoli non ha trovato molti punti di contatto con il periodo di Tangentopoli. Per lo psichiatra il punto centrale è il crollo del concetto di moralità, che invece dovrebbe essere un punto di riferimento per le persone, un fattore che porta il cittadino a scegliere. Una differenza fondamentale con quel periodo l’ha sottolineata Luciano Violante secondo cui la corruzione del 1992-1994 era un’operazione dei partiti, mentre oggi è individuale. “Un aspetto della corruzione contemporanea sono i favori sessuali, che ai tempi non esistevano. La politica – ha proseguito Violante - ha la grande responsabilità di creare e tenere comportamenti rispettabili. Se il comportamento di soggetti politicamente responsabili è inaccettabile, non c’è dubbio che questi comportamenti diventano modelli per gli altri”.
In chiusura Luigi Angeletti ha lanciato una previsione circa l’esito delle prossime elezioni: martedì si avrà un’idea abbastanza definita di governo, ma se una delle due parti che comporranno la maggioranza non soccomberà, credo proprio che durerà poco.
In questa puntata di Ara Pacis abbiamo provato a descrivere da diversi punti di vista (antropologico, economico e politico) il periodo di grande incertezza che stiamo attraversando, con l’auspicio di aver fornito le  giuste chiavi di lettura utili, magari, per rassicurarsi un po’.
 
 
 
 
 
 
 
 

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