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MORIRE DI FISCO?
Evento del: 03/12/2012 18:30 - Auditorium dell'Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo: 03/12/2012
​Un puntata per capire se, dopo esserci salvati dallo spread e dal fallimento, saremo condannati a morire di fisco. Questo l’argomento della nona punta di “Roma InConTra – Ara Pacis, il nuovo format tv più talk e meno show in onda su 21 emittenti regionali che coprono globalmente tutto il territorio nazionale e sui canali 511, 515 e 518 di Sky. “Morire di fisco” è il titolo dell’appuntamento si è aperto con l’editoriale di Enrico Cisnetto, che ha tracciato un affresco della reale situazione del fisco in Italia, con la pressione fiscale reale che è pari al 55,8% del reddito di chi le tasse le paga, e non alla, seppur alta, 45,2% nominale, che comunque resta la terza in Europa. Subito dopo è andato in onda un video in cui un folla urlante stava chiedendo in coro a Luca Cordero di Montezemolo di “pagargli le tasse in un momento di crisi”. Una volta cominciato il live, mentre Anna Colavita, dello staff InConTra, ha presentato le notizie di giornata, la commercialista ed esperta contabile, Daniela Saitta, ha illustrato i dati fiscali e i maggiori nodi legali che i cittadini devono affrontare in questi giorni, fra Irpef, Imu, Ires, Irap, mentre ci aspettano il trio “redditest, redditometro, spesometro”. La dottoressa Saitta ha inoltre provato a rispondere alle domande che sulle questioni i fiscali ci sono giunte in redazione durante la settimana. “Il salasso” è il nome evocativo del libro scritto dal giornalista del Sole 24 Ore, Dino Pesole, che, con l’ausilio dei grafici, ha spiegato come in Italia sono ormai anni che la pressione fiscale sale di diversi punti percentuali molto di più della media europea. Francesco Delzìo, scrittore e autore di “Lotta di tasse”, ha ricordato come, negli anni Sessanta, l’Italia avesse la pressione fiscale più bassa d’Europa, e che negli ultimi 50 anni sia cresciuta esponenzialmente e di diverse volte di più degli altri Paesi europei. “Il video della richiesta a Montezemolo di pagare le tasse ai cittadini che lo circondando urlando mostra come siamo sull’orlo di una ‘lotta di tasse’, fra ricchi e poveri, fra chi le paga e chi non le paga, fra chi è percepito ricco e chi no. Dobbiamo sconfiggere l’evasione, altrimenti sarà un disastro”: Gli ha immediatamente rispoto, con dati e numeri, il presidente dalla Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che  ha smentito smentisce che l’85% delle tasse venga pagato da lavoratori dipendenti e pensionati. Interrogata da Enrico Cisnetto, la professoressa della Luiss Livia Salvini ha spiegato come l’evasione fiscale abbia una sorte di sindrome “nimby”, per cui l’evasione sia sempre da qualche altra parte, mentre una cosa sola è chiara: “i redditi da lavoro dipendente sono gli unici che certamente non possono evadere”. L’ex presidente dell’Autorità Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, ha spiegato che “in Italia ci sono dati disponibili praticamente su tutto: dalle assicurazioni, alle fatturazioni, ai registri automobilistici; tutto. Per evadere bisogna essere davvero molto bravi. E’ anche vero però che servono degli strumenti importanti per poter utilizzare questi dati. Altrimenti è solo un modo per fare terrorismo sui contribuenti. I dati si possono acquisire, ma non siamo in grado di utilizzarli. Dovremmo creare un Grande Fratello, ma non siamo in grado”. “Questo non è il Grande Fratello, ma il Grande Ingannatore”, ha replicato il presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato , Mario Baldassarri.  “Ci sono decine di miliardi di ruberie, e poi si viene a dire che non ci sono 50 milioni di euro per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. Buttiamo 4 miliardi di medicine che scadono, perché le confezioni sono troppo grosse. 200 euro a famiglia, per 21 milioni di famiglie, che vengono buttati e pagati dal Servizio Sanitario Nazionale. Invece di fare le prescrizioni per dosi, si è fatta la prescrizione per principio attivo. Ma questo non cambia lo spreco”. Baldassarri ha poi fatto un discorso più generale: “Abbiamo rischiato di morire di debito e siamo quasi fuori da questo pericolo, ma ora in compenso rischiamo di morire di fisco”. Nell’insieme, ha detto il senatore, parafrasando la favola greca, esiste un milione di italiani-scorpioni che prospera sulle spalle di 56 milioni di italiani-rane: “Perché gli scorpioni sono organizzati in lobby, le rane no. Ecco: è venuto il momento della rivolta delle rane”.
Dal pubblico è poi intervenuto Davide Giacalone, editorialista che ha raccontato la sua disavventura: 6 mesi di controlli della Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, nessuna violazione, ma 6000 euro di spese per poter adempiere a quanto richiesto dall’Amministrazione. “Alla pressione fiscale, all’inversione dell’onere della prova, si aggiunge il costo per il cittadino per avere a che fare con il fisco. Uffici, commercialisti e consulenti”, ha aggiunto. Il presidente dell’Ordine Nazionale dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, Claudio Siciliotti in collegamento da Telelombardia ha lanciato una particolare proposta: “la speranza non è più quella di una volta. E la speranza l’abbiamo tolta ai giovani. La defiscalizzazione totale dei redditi da lavoro degli under 30 potrebbe essere una valida misura per alleviare il carico di pressione fiscale che soffoca l'economia e impedisce ai giovani di immaginare il proprio futuro”. Siciliotti ha anche sottolineato che “sarebbe una soluzione che permetterebbe il recupero del nero, nemico particolarmente insidioso del lavoro giovanile, e darebbe una scossa a tutti quei ragazzi parcheggiati all'università in attesa che passi un treno per il futuro. Ma soprattutto sarebbe un atto di giustizia nei loro confronti, per sgravarli, almeno in parte, di quell'eredita di debito pubblico che gli abbiamo lasciato”. “Nel codice penale tributario italiano ci sono lacune gravi che non aiutano la lotta all'evasione”, è quanto ha invece detto Carlo Nocerino, pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Milano, intervistato da Sergio Luciano. “L'evasione totale”, ha rilevato Nocerino, “è punita meno di quella parziale, inoltre non è punita l'elusione fraudolenta, nè l'autoriciclaggio”. A proposito delle indagini che la Guardia di Finanza ha avviato sul conto di Google per sospetta evasione fiscale – il colosso del web ha sede legale in Irlanda e paga le tasse a Dublino anche sugli utili che matura con le attività italiane – Nocerino ha osservato che “bisogna distinguere tra società italiane che creano consociate all'estero e società internazionali che hanno attività in vari Paesi. Amazon o Google sono casi diversi perché sono multinazionali vere, che operano sull'on-line, vendono in Rete, quindi è molto difficile affermare che stiano producendo ricchezza in Italia”.
 
 

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    lunedì 3 dicembre 2012 18.30 - Auditorium dell'Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
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