Abbiamo Incontrato - Siamo una Repubblica "Para-Presidenziale"
Siamo una Repubblica "Para-Presidenziale"
Evento del: 22/04/2013 18:30 - Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo: 22/04/2013
​Alla fine la corsa al Quirinale si è risolta con un la (ri) elezione di Giorgio Napolitano a Capo dello Stato. Per la prima volta nella storia della Repubblica un Presidente riceve un secondo mandato. L’incapacità dei partiti a trovare la quadra su un nome condiviso, il legame innegabile tra la scelta del Quirinale e la creazione del Governo, la drammatica crisi economica e sociale che attraversa il Paese: tutti fattori che hanno portato ad una decisione eccezionale e rassicurante allo stesso tempo. “Re Giorgio” si carica sulle spalle un’Italia incapace di autoriformarsi. Il discorso di insediamento ha subito chiarito quale sarà la sua linea di condotta. Una strigliata mai sentita nelle aule parlamentari, nei confronti di una classe politica colpevole di “mancanze, omissioni e perdite di tempo”, che ha chiesto ad un ottantasettenne assumersi una responsabilità senza precedenti.  L’ultima puntata di “Roma InConTra – Ara Pacis” è stata dedicata alla riconferma al Quirinale di Giorgio Napolitano, che apre le porte ad un governo di larghe intese e indirizza, di fatto, l’Italia verso un modello istituzionale improntato al presidenzialismo.
In apertura, il padrone di casa Enrico Cisnetto ha intervistato Piero Alberto Capotosti, presidente emerito della Corte Costituzionale, con cui si è affrontato il tema dei poteri del Capo dello Stato. “Il Presidente della Repubblica conta tanto perché contano poco i partiti – ha esordito Capotosti – da Pertini in poi abbiamo assistito ad un graduale aumento dei poteri del Capo dello Stato. I suoi sono poteri di riequilibrio – ha concluso l’ex giudice della Consulta – e più è squilibrato il sistema, più aumentano i poteri del Presidente”. “Siamo tutti entusiasti del discorso di Napolitano – è intervenuto Claudio Velardi, imprenditore e spin doctor – ma tra qualche giorno emergeranno, di nuovo,  tutte le diatribe tra i partiti e la loro incapacità di incidere nel tessuto sociale ed economico”. Ad uscire con le ossa rotte dalle intense trattative per l’elezione del Capo dello Stato, è di sicuro il Partito Democratico. Secondo Claudio Martelli : “Bersani ha commesso molti errori: dall’alleanza con Vendola al mantenimento del porcellum, dalle primarie non aperte (a chi? A Tabacci?), alla sua scomparsa in campagna elettorale, per finire – ha rincarato la dose Martelli – alla sciagurata strategia per il Quirinale”. “Il Pd è il più grande gruppo misto della storia repubblicana – ha risposto Gavino Angius, ex vicepresidente del Senato – non  esiste in natura un partito che sia di centrosinistra. Coloro che lo hanno fondato (Prodi, Rutelli, Veltroni, D’Alema, Bersani ecc) lo hanno anche affondato. Non credete – ha concluso Angius– che sia il contenitore ad essere sbagliato?”. “Finirà male – è questa la previsione negativa di Paolo Guzzanti, giornalista e politico – all’interno delle forze politiche presto si creeranno meccanismi che impediranno la riuscita di un governo di larghe intese. Napolitano a quel punto – ha concluso Guzzanti – eserciterà una delle sue due armi, quella dello scioglimento delle Camere”. La puntata si è conclusa con un’intervista di Enrico Cisnetto a Roberto Gervaso, che ha affrontato il tema del potere, definito dallo scrittore come “l’arte di maneggiare le dame senza sporcarsi troppo le mani”.
In questa puntata abbiamo tentato, con il solito stile più talk e meno show, di capire le dinamiche politiche e sociali che hanno portato alla storica rielezione di Napolitano al Colle. La prossima tappa sarà quella del Governo: riusciranno i partiti a mettere da parte gli interessi particolari per dotare il Paese di un esecutivo stabile ed in grado di affrontare le riforme urgenti? Noi di “Roma InConTra – Ara Pacis” documenteremo l’evolversi delle vicende politiche italiane, con l’auspicio che la saggezza di Napolitano possa indurre partiti e parlamentari ad uno sforzo comune nel nome della responsabilità.
 
 

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