Abbiamo Incontrato - Un paese sott'odio
Un paese sott'odio
Evento del: 06/05/2013 18:30 - Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo: 06/05/2013
​La sparatoria a Palazzo Chigi rappresenta solo l’ultimo grave fenomeno di odio sociale. Il caso Preiti, coinciso volutamente con l’insediamento del nuovo governo Letta e conclusosi tragicamente con il ferimento di due carabinieri, ha scoperchiato il vaso della violenza, che in Italia si riempiva, episodio dopo episodio, da anni. L’ultima puntata di “Roma InConTra – Ara Pacis” è stata dedicata al sentimento di odio presente nel Paese, che rischia di diventare un freno all’attuazione di quei provvedimenti indispensabili per la crescita. Invidia personale, rancore sociale e disprezzo politico sono i (ri)sentimenti più diffusi nella nostra società, in cui, oltre ai privilegi, vengono presi di mira anche ricchezza e status conseguiti legittimamente, con impregno e merito.
“È fondamentale  comprendere se il gesto di Preiti sia frutto di un episodio isolato, causato da disagio personale e familiare, o se derivi, seppur indirettamente, dal clima complessivo del Paese. A dirlo è procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, autore de “Roma mafiosa” (Fazi Editore). Quest’episodio – ha concluso Capaldo – è un sintomo preoccupante per il Paese, che dimostra di essere pieno di odio. Ormai esistono gruppi che non hanno un’identità propria, ma si fondano solo sull’essere anti sistema”.
Sul paragone con gli anni 70, è intervenuto Dario Di Vico, giornalista Corriere della Sera: “in quegli anni c’era l’odio nei confronti dell’avversario politico, oggi no. Più che un odio c’è una patologia negativa – ha continuato Di Vico – si guarda il vicino con un certo risentimento, qualsiasi accumulazione di conoscenza, ricchezza e risultati viene vista sotto la lente del sospetto. Tutto ciò – ha concluso Di Vico – mina le ambizioni sane e la volontà di migliorarsi”.
Secondo Davide Giacalone, editorialista Libero e Il Tempo: “la manifestazione organizzata della protesta, anche violenta, non solo è possibile, ma anche probabile. Non credo proprio – ha concluso Giacalone – che l’unico rischio sia rappresentato da azioni individuali”. Il dibattito si è trasferito sul raccapricciante moltiplicarsi di manifestazioni di solidarietà al gesto di Preiti, soprattutto in rete. “Senza internet – è intervenuto Sergio Rizzo, giornalista Corriere della Sera, autore de “Razza stracciona” (Rizzoli) – i messaggi di violenza non si sarebbero così amplificati. Nell’immensità del web è inevitabile che qualcuno possa dire assurdità. La cosa grave – ha concluso Rizzo – è quando queste assurdità provengono da giornalisti, intellettuali e politici”.
Noi di Ara Pacis, abbiamo provato – con il solito stile “più talk e meno show” – a descrivere il contesto sociale italiano, intriso di rabbia e di odio. La palla ora passa adesso al Governo. Solo le riforme e gli atti concreti possono evitare al Paese una nuova  stagione di tensione e violenza. Bisogna invertire la rotta, assumendoci tutti, non solo la politica, la nostra fetta di responsabilità.
 

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    lunedì 6 maggio 2013 18.30 - Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
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