Scheda libro:
Note 1
Il 31 ottobre 1969 le telescriventi di tutto il mondo battono una notizia che ha dell'incredibile. Ralph Minichiello, marine italo-americano di vent'anni, decorato in Vietnam per le sue azioni «eroiche», sta dirottando un aereo decollato da Los Angeles. All'aeroporto di New York, dove il Boeing 707 atterra per rifornirsi di carburante, Minichiello riesce a beffare l'imponente dispiegamento di forze dell'Fbi coordinato da John E. Hoover in persona. L'aereo sembra diretto al Cairo ma all'alba del i° novembre si ferma a Roma, dove il marine, su un'auto della polizia guidata da un vicequestore, comincia una disperata fuga verso Napoli e il paese in cui è nato, Melito Irpino. Dopo rocambolesche avventure nella campagna romana, viene arrestato e condotto nel carcere di Regina Coeli. Gli inquirenti faticano a credere al suo racconto: un anno, il 1968, vissuto nelle giungle del Vietnam; il torto subito al suo ritorno negli Stati Uniti; la decisione di sfidare, da solo, il Paese per cui era disposto a sacrificare la vita. Tutto per 200 maledetti dollari. Qualche giorno dopo cominciano a giungere, da ogni parte del mondo, messaggi di solidarietà per il ragazzo capace di sfidare «l'impero» impegnato nella «sporca guerra» diventata l'emblema di tutte le proteste che riempiono le piazze dell'Occidente. Se estradato, Minichiello, che a quattordici anni era emigrato in America con i genitori per fuggire dalla miseria dell'lrpinia colpita dal terremoto, rischia la pena di morte. Ma ormai è un simbolo: la sua vicenda si intreccia, involontariamente, con una storia che parte dalle proteste nelle università americane, passa per il Maggio francese, per Woodstock, la strage di Piazza Fontana a Milano, la ritirata americana dal Vietnam e gli Anni di piombo in Italia. Non è più la bravata di un ragazzo diventato uomo sparando raffiche di mitra in Vietnam ma la parabola di un'intera generazione che mette sotto accusa i propri genitori.